Autori: Martin Bohus*, Jutta Stoffers-Winterling*, Carla Sharp, Annegret Krause-Utz, Christian Schmahl†, Klaus Lieb†
Abstract
Il disturbo borderline di personalità (BPD) è un disturbo mentale che comporta un elevato carico per i pazienti, i familiari e i sistemi sanitari. In passato il disturbo era considerato non trattabile, ma i progressi nella comprensione e nella gestione hanno portato a una diagnosi più precoce e a migliori risultati terapeutici. Una sindrome coerente di BPD insorge tipicamente durante l’adolescenza (dopo i 12 anni). Il BPD è spesso preceduto o co-sviluppato da sintomi di disturbi internalizzanti (depressione e ansia), disturbi esternalizzanti (problemi di condotta, iperattività e uso di sostanze) o entrambi. Il BPD è associato a vari esiti negativi, tra cui un basso livello di occupazione e di istruzione, la mancanza di relazioni a lungo termine, un aumento della conflittualità tra i partner, l’assunzione di rischi sessuali, bassi livelli di supporto sociale, scarsa soddisfazione di vita e un maggiore ricorso ai servizi. La psicoterapia è il trattamento principale per il BPD; il trattamento farmacologico è indicato solo per le condizioni di comorbidità che richiedono farmaci o durante una crisi se gli interventi psicosociali sono insufficienti. La consapevolezza del BPD da parte dei non specialisti, così come degli specialisti, è fondamentale per un intervento precoce adeguato.
Citazione: Bohus M, Stoffers-Winterling J, Sharp C, Krause-Utz A, Schmahl C, Lieb K. Borderline personality disorder. Lancet. 2021 Oct 23;398(10310):1528-1540. doi: 10.1016/S0140-6736(21)00476-1. PMID: 34688371.
Leggi qui l’articolo completo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34688371/
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